venerdì 27 aprile 2012

COFFEE SHOP, IO (TURISTA) NON POSSO ENTRARE


Panico nel mondo del turismo da canna. In Olanda é iniziato il conto alla rovescia per la prossima entrata in vigore del ‘wietpas’, un tesserino che verrá richiesto per poter varcare le porte di un coffeeshop  e che verrá concesso solo a chi é residente in Olanda  (e oltretutto solo nella cittá in cui s é registrati) mettendo cosí alla porta i turisti che da sempre, in massa, si recano  ad Amsterdam e dintorni per fumarsi una canna “in santa pace’’.


Ed infatti dal prossimo primo maggio si parte con la sua introduzione nelle province di Limburg, Brabant e Zeeburg mentre il resto del paese, e cosí anche Amsterdam, dovrebbe seguire a ruora a parire da gennaio 2013. Dovrebbe, perché all’indomani della crisi di gabinetto che ha visto le dimissioni del premier Mark Rutte, il futuro sui provvedimenti in corso appare alquanto incerto e nebuloso.
La nascita di questo tesserino é stata concepita per scoraggiare e tenere alla lontana quelli che vengono definiti i ‘drugstoeristen’, i turisti della droga e tutti i conseguenti fastidi che, secondo alcuni, da loro direttamente derivano. In primo luogo gli schiamazzi nel prossimo circondario dei coffeshop la cui esistenza, fino a poco fa pacificamente ricosciuta quasi unanimamente, viene ora messa sempre piú spesso in discussione. Oggi, tanto per fare un esempio, i circa 650 coffeeshop del paese devono trovarsi a un minimo di 250 metri dalle scuole. Ma se passa la proposta del CDA la distanza potrebbe passare a 350 metri.

Il wietpas, letteralmente lasciapassare per l’erba, in sostanza trasformerá i coffeeshop in club privati, chiusi, dove potrá entrare solo appunto chi é in possesso di questo fantomatico tesserino. Per averlo bisognerá quindi registrarsi, fornendo i propri dati personali. Ed é questo uno dei punti piú controversi e dibattutti: la violazione della privacy. Quasi nessuno, ovviamente, vuole registrarsi ufficialmente come cannaiolo. Ed ecco perché ad oggi nelle cittá in cui fra 3 giorni scatterá la sua introduzione, ci sono al momento pochissime richieste.
Inoltre, secondo la nuova norma, ogni coffeshop potrá avere un massimo di 2000 iscritti ed ogni persona non potrá comprare al giorno piú di 5 grammi fra marihuana e hashis. Di per se, giá abbastanza, se se si pensa che in questo modo i residenti potrebbero facilmente trasformarsi in potenziali spacciatori e lucrare sulla voglia di canna dei turisti. Ed é questo il secondo grande punto di discussione. In questo modo, si dice, si rischia di portare la vendita delle droghe leggere in strada. Aumentando, invece che diminuire, la piccola criminalitá con la conseguente diffusione del ‘’commercio sottobanco’’.

Ad osteggiare e dire un no deciso al provvedimento é soprattutto Amsterdam. Si  parla di discriminazione fra residenti e turisti (‘’perché chi vive qui puo’ acquistare e fumare e chi viene da fuori no? In base a quale principio?’’, si chiedono in molti fra i giovani ‘amsteddamer’). E non é un caso che a schierarsi apertamente contro il provvedimento sia Erberhard van der Laan, il sindaco della capitale olandese, che ha piú volte ripetuto di non vedere alcuna’’salvezza’’ nel provvedimento. Per ora il dibattito su Amsterdam resta  aperto. Intanto giovani, giovanissimi e non solo scendono in piazza per manifestare. Il 21 aprile scorso si sono riuniti a Piazza Dam gridando slogan contro l’introduzione del tesserino e bandendo un semplificativo cartello che recitava '' WIET PAS SMOKE MY ASS’’. Tutti, chiaramente, con una canna in bocca.  

2 commenti:

  1. io sono in genere d'accordo con il provvedimento. non voglio fare la bigotta, sono pure figlia di ex hippy. Ma il turismo da canna (spesso italiano) è davvero fastidioso. Amsterdam è una città stupenda e quando io sono andata non ho sentito la necessità di bruciarmi uno dei miei 4 preziosi giorni stando male dopo aver mangiando un muffin alla marijuana. Ne ho mangiato uno con la marmellata e mi ha dato più soddisfazione. Poi la gente di amsterdam sa gestire la libertà che lo stato gli permette (basta vedere la loro assurda e convenzionale viabilità!) e invece un paese come l'Italia non è in grado. Sarà per via del protestantesimo, chissà. Poi che il provvedimento, in questo modo, abbia dei problemi di fondo (la domanda secondo quale principio è pure legittima) è una cosa. Però ecco una strategia regolativa io la penserei. Quindi insomma questa è una sfida per Amsterdam per poter puntare su un turismo diverso senza alterare la sua struttura legislativa che, anch'essa, la caratterizza. Spero solo che tutto ciò possa mettere in risalto davvero la grandiosità della Venezia del Nord - perché, davvero, merita.
    ___
    http://thetraveleater.com

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  2. non si tratta di essere bigotti,sono scelte e poi i turisti maleducati sono di qualsiasi paese ,basti pensare a quello che fanno tedeschi ,inglesi francesi etc quando vengono a roma.penso sia ora di farla finita di sminuirci ogni volta in ogni occassione.naturalmente questo vale per le persone comuni e non per i nostri politici .la trovo una legge stupida in un paese dove dopo la liberalizzazione della marijuana ha visto scendere vertigionosamente il numero di consumatori, non e' una mia opinione ma storia .comunque non posso che darti ragione che oltre i coffee shop e il quartiere q luci rosse ce molto davedere ma una pausa al coffee shop magari prima di tornare in albergo ci puo' stare ps il turismo della canna non e' solo italiano anzi ......

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