venerdì 17 maggio 2013

MA QUANTO SONO PATRIOTTICI QUESTI OLANDESI? IN UN VIDEO IL PERCHÉ


''Chi poco ten' car ten''' é un proverbio napoletano che vuol dire che chi ha poco se lo conserva per bene, anzi lo valorizza al massimo. Un pó come fanno gli olandesi che qualsiasi cosa hanno la esaltano, la tirano a  lucido e, se possibile, te la vendono ricavandoci, manco a dirlo, anche un pó di soldini. Ma quello che alberga in questa popolazione é anche un vero e proprio sentimento di orgoglio nazionale per tutto quello che hanno/fanno/dicono e che, mischiato a una sana dose di spocchia, gli fa sinceramente credere di essere i numeri uno al mondo. Ci manca poco che ti dicono pure che in fondo il tempo non é poi cosí male.
Guardare per credere questo video qui in alto, l'ho trovato per caso mentre scrivevo questo post e mi é sembrata un pó la conferma di quanto penso.

La domanda quindi sorge spontanea: perché noi no? Noi proprio che potremmo (sempre per usare un'altra espressione napoletana) ''magnare in capa a tutti quanti'' in fatto di bellezza del territtorio, storia, umanitá della gente, sole, montagne, mare, pizza,  mandolino eccetera eccetera, sembra quasi che siamo in competizione l'uno con l'altro? Big mistery.






Questa riflessione mi é nata proprio l'altro giorno quando ho capito che questo patriottismo cosí spiccato qui  viene inculcato fin da piccoli. La scena era la seguente: io su un aereo Roma-Amsterdam con 3 bambini di cui due italo-olandesi (i miei) e uno 100% olandese (amico di uno dei due e un pó piú grandicello, sui 10 anni. si,a propososito, lo so, sono pazza e infatti é stata un'esperienza che sará oggetto di un prossimo spassoso tragicomico post). Viaggiavamo con Klm, compagnia di bandiera Dutch fiore all'occhiello nazionale. All'andata invece eravamo con Alitalia. Non siamo neanche decollati che il   bimbo olandese puro mi fa ''eh (sospiro) come si vede che questo aereo é molto piú solido di quello che abbiamo preso all'andata''. Sorry? Piu' solido? ''Si piú veloce, sicuramente migliore''. Gli spiego con calma, trattenendo gli impulsi, che la sua, é solo una sensazione, che quei 2 arei sono perfettamente uguali. Al massimo, questo é blu e quello é verde e forse a lui piace di piú questo colore perció pensa che é migliore. Annuisce perplesso. 



La tregua dura ancora 10 minuti perché verso di noi si dirigono le hostess che dispensano bevande e cibarie varie. Caso (?) vuole che sul volo di andata ci era stata data una (micro) bustina di tarallini che i bambini avevano guardato schifati lasciando che io me ne ingozzassi tre insieme. Qui invece par la gioia di tutti gli astanti ci viene servito un panino al formaggio che sicuramente non é un pranzo coi fiocchi ma in una scatolletta pressurizzata qual'é un areo puó fare la differenza.  Il bimbo 100% Paesi Bassi mi guarda serafico non parla, ma mi dice con gli occhi ''hai visto?, te l'avevo detto io che qui é meglio'' e addenta il panino con una gioia che solo i sapori di casa, quelli che ti mancano tanto quando sei lontano, ti possono dare.

Credevo che finisse qui questo snervante paragone fra la 'mia'e la 'sua' compagnia aerea nazionale e invece il colpo da teatro é arrivato sul finale. Atterriamo, ci dirigiamo verso l'uscita dell'aereo e ci incamminniamo verso l'entrata del gate dove ad aspettarci avrebbe dovuto esserci il passaggino del nostro neonato. Non c'é. Disdetta. Gioco di sguardi con il bimbo olandese e io che gli dico sempre con gli occhi ''hai visto anche qui non é tutto perfetto". Torno indietro verso l'entrata dell'aereo. In quel momento stanno uscendo dalla cabina di pilotaggio i due piloti. Mi chiedono perché sono tornata. Spiego il tutto. Uno di loro che fa? Apre la sua borsa, ne estrae un giubbotto fluorescente e con lo stesso piglio con cui Clarke Kent si trasforma in Superman se lo infila e si avvia verso una scaletta laterale che porta silla pista al grido di ''lo vado a cercare io''. NO SCUSI MA DOVE VA? MA NON SI PREOCCUPI! gli grido incredula da dietro. Ma lui niente é giá in pista con la capa dentro a un carrello credo bagagli e non m sente piú. Ne risalirá 5 minuti dopo trionfante con il mio passeggino fra le braccia. Io lo eleggo mentalmente pilota dell'anno. Vorrei abbracciarlo ma mi trattengo, gli giuro nella mia mente fedeltá etena: non voleró mai piú al di fiori di altra compagnia che non sia la sua. Il bambino olandese a quel punto non mi guarda nemmeno piú. Lo vedo avviarsi davanti a me con il naso all'insú. Mi si attorcigliano le budella e come l'ultimo dei tifosi risentiti e frevaioli guardo il cielo (ovviamente uggioso) e canticchio fra me e me: ''solo la nebbia, avete solo a nebbia.....''.