giovedì 12 dicembre 2013

AMSTERDAM SI ILLUMINA CON IL 'LIGHT FESTIVAL'

                    30 OPERE DI ARTISTI CELEBRANO LA LUCE FINO AL 19 GENNAIO


Le mille luci di New York? No. Sono le mille luci di Amsterdam. Palcoscenico fino al prossimo 19 gennaio del Light Festival, il festival della luce che illumina la cittá dalla scorsa settimana con 30 opere 'griffate' da artisti e desiners ispirati dal tema 'Building with light'. 



Il 'Fly's Eye Dome' di Buckminster Fuller - Si trova a Central Station


Per godersi le coloratissime opere, ovviamente da ammirare con il buio della sera, o perché no, della notte, sono previsti tour a piedi e in barca. Promettono tutte di stupire le opere a cielo aperto, fra cui, il 'Fly Eye Dome' (nella foto in alto) dell'arcgitetto americano Fuller, la Temporal Tower di Van Hulzen (nela foto in basso), il 'Big Tree' di Jaques Rival, un gigantesco albero dove i rami sono installazioni illuminate e colaratissime o come il curisoso lavoro nato dalla collaborazione con i cittadini di Amsterdam che hanno donato le proprie luci e lampadine per formare una grande scritta con il testo 'We light Amsterdam'. 


La 'Temporal Tower' di Todd van Hulzen - Si trova in Prins Hendrikkade

Ovviamente come ogni evento che si rispetti ad Amsterdam, il Light Festival é corradato da una serie di eventi e manifestazioni collaterali. Mostre, proiezioni, concerti, dibattiti dedicati al tema della luce e, naturalmente, feste. La chiusura del festival inoltre coincide con un altro evento in programma nel calendario della cittá , la Amsterdamse Hotel Nacht' (la notte degli hotel) che si svolgerá a cavallo fra il 18 e il 19 gennaio. Ma di questa notte ne parleremo piú avanti....


'Reflections' di  Teresa Mar - Ricopre l' Hermitage


martedì 19 novembre 2013

BICICLETTE: IL BABY? SI PIAZZA SUBITO SUBITO SUL SEGGIOLINO DAVANTI!




Per le olandesi é un must. Anzi é un passaggio standart nella vita di ogni mamma. Quale? Portare il bebé in bici, sul seggiolino davanti, dai primi mesi di vita (bhe diciamo 8, quando la capuzzella rimane dritta) sfidando senza battere ciglio le intemperie che caratterizzano spesso e volentieri questo paese. Ma se per loro questa attivitá ha impatto emotivo zero, per me (e immagino per altre staniere che si sono insediate in Olanda) é passata attraverso un lungo percorso di autoanalisi che ha portato al risultato documentato dalla foto di cui sopra. Insomma, ce l'ho fatta anche io, e adesso, con il piccolo Enrico, 9 mesi suonati, ce ne andiamo girando industurbati per le vie di Amsterdam, io che canto quell'indicabile hit di Cocciante ''Passeggiando in bicicletta tra la la'' (sempre per non scordarci che siamo comunque anche italiani). Come si nota dalla faccia lui é ancora un pó perplesso ma io lo attribuisco al freddo piú che a dubbi sulle mie doti ciclistiche. 

Ma se per me é stata una grande conquista, per loro, le mamme made in Holland, andare in bici con il bebé é solo un granellino in un mare di azioni ai miei occhi da wonder woman, da eroina dei fumetti per cui niente é impossibile. 

Ma facciamo qualche esempio: 

Fra i casi di super attivitá cé'ne é sicuramente una piú importante di tutte: la cura e l'ospitalitá dei bambini degli altri. A frotte. Voi che fate? Invitate un amichetto di vostro figlio a giocare? Noi qua no. Ce ne prendiamo due ma anche di piú alla volta. Mi é capitato di vedere con i miei occhi la mia amica Fabienne portarsi 6 bambini a casa. No non era una festa ma un semplice pomeriggio dopo scuola. Quando le ho manifestato il mio stupore (e la mia ammirazione)  lei ha detto che non era niente di ché perché 3 su 6 erano femminnucce e quindi non avrebbero fatto tanto casino. Per non parlare di Katia che, spesso e volentieri, oltre ai rispettivi amici dei suoi due figli maschi mi aiuta e si porta a casa anche il mio piccolo che gestisce con una nochalance da nanny dei reali inglesi.

Ma, la bicicletta e il suo utilizzo disinvolto, rimane senz'altro  il cavallo di battaglia delle mamme olandesi che non lo usano solo come mezzo di trasporto ma a volte anche come mezzo per trasportare cose. L'altro giorno ho visto una energica e robusta mamma che in bici portava un enorme paralume che quasi la faceva scomparire facendo sembrare lei, la bici e il tutto una specie di grande lampada su due ruote. Ovviamente pioveva. Mi volevo fermare e dirle: ''Signora, scusi, ma che fa? La smetta! Ma se lei mi fa cosí mi alza un pó troppo l'asticella delle cose che per una donna sarebbe normale fare. Se mi fa cosí, la prossima volta che io dovró fare un trasloco e chiederó a mio marito dove sia il camion dei trasporti, mi sentiró rispondere 'quale camion tesoro? Il trasloco qui si fa in bici. Non le vedi le altre donne come sono attive mica una pappamolla come te!''.

Intanto io mi alleno trasportando Enrico e mi godo la mia piccola grande conquista. Devo dire che portare il pupo davanti é bellissimo, meno faticoso di andare su e giú a piedi e sicuramente piú  'ecologico' di prendere la macchina. . Insomma che volete di piú da una mamma on the bike?

mercoledì 13 novembre 2013

CINEMA: 'LA GRANDE BELLEZZA' CONQUISTA AMSTERDAM



IL FILM DI SORRENTINO ESCE IN PIÚ SALE CON L'APPLAUSO DELLA CRITICA



'La grande bellezza', il film di Paolo Sorrentino sbarca ad Amsterdam ed incassa l'applauso della critica che non esita a definirlo ''magnifieke'' parogonandolo a pellicole del calibro de 'La dolce vita'. 
Il film interpretato da Tony Servillo é stato presentato la scorsa settimana durante la 'Amsterdam Film week' dove la prima ha registrato il tutto esaurito. Attuamente, 'La grande bellezza', di cui hanno parlato tutti i principali quotidiani fra cui il Volkskrant e lo snobbissimo NRC, é in proiezione in quattro 'importanti' cinema di Amsterdam fra cui il centralissimo Cinecenter, alle spalle di Leidsplein, e il nuovo cinema sull'acqua  Eye Museum. 
'La grande bellezza' ha il grande merito di ridare ''un posto al sole'' al cinema italiano, il piú delle volte in proiezione sugli schermi della cittá solo con titoli o registi importanti del passato come nel caso della grande retrospettiva dedicata a Fellini a settembre proprio dall'Eye Museum. 
Per il resto pochi (e spesso ''pesanti'') i film acquistati dal mercato olandese. Il fatto che Sorrentino abbia avuto grande spazio in una cittá multiculturale come Amsterdam la dice lunga sull'internazionalitá di questo film che fa comunque sognare l'Italia e, in particolare, Roma. 

giovedì 17 ottobre 2013

'' IL CIBO É BUONO MA NON COMPRATE TRENI ITALIANI''. L'OLANDA CI BACCHETTA CON UN GRAFFITO

In alto il treno su cui é apparso il graffito. 


''Their food may be good, but don't buy trains from Italy''. Ovvero il loro cibo é buono ma non comprate treni dall'Italia''. Questo il graffito a lettere cubitali comparso qualche giorno fa su uno dei 16 treni che giacciono ''fuori servizio'' su alcuni binari morti di Amsterdam.

I treni sono stati prodotti in Italia dalla AnsaldoBreda ma sono completamente inutilizzati dopo che lo scorso anno, come riporta la stampa olandese, ''sono state constatate numerose carenze''. 

In atesa di sapere ragioni, torti e versioni delle due parti a conclusione delle azione legali ovviamente giá intraprese, il dubbio sorge spontaneo: ''speriamo che non abbiamo fatto una figura di xxxxx''.  

martedì 15 ottobre 2013

AL VIA DOMANI L'AMSTERDAM DANCE EVENT


Ritorna l'Amsterdam Dance Event. Da domani, fino a domenica, la cittá olandese ospiterá l'edizione numero diciotto d uno fra i piú grandi festival di musica elettronica a livello interzionale. I club della cittá aprono le porte a dj provenienti da tutto il mondo per una quattro giorni no stop di musica e non solo. Ed infatti l'Amsterdam Dance Event (piú noto semplicemente come Ade) é anche un susseguirsi di conferenze, incontri e dibattiti fra addetti ai lavori. Si parla  fra l'altro di business, di come implementare un 'affare' da numeri ormai da capogiro (dj notissimi anche negli Stati Uniti, come ad esempio Tjesto per quanto considerati da molti un pó dispreggiativamente commerciali, riempiono spazi con numeri da stadio) e si fa tanto networking.


Anche quest'anno l'Ade, che da tradizione si svolge alla fine di ottobre, registra grandi numeri che rendono l'idea di quanto tutta la cittá giri intorno a questo evento e il cui logo campeggia qui e lá per le vie di Amsterdam.  
Ed infatti sono 100 in tutto le location in cui si svolgono all'incirca i 450 eventi che prevedono, fra l'altro, proiezioni, show e mostre fotografiche. 



Duemila i dj che affolleranno la cittá. Fra questi i piú noti al grande pubblico ma anche i migliori emergenti in circolazione. Si calcola che ogni anno l'Ade 'trascini' ad Amsterdam circa 300 mila visitatori e 60 mila turisti. 

Per info e programma  http://www.amsterdam-dance-event.nl/



mercoledì 25 settembre 2013

LA PAZZA NOTTE BIANCA DI A'DAM SABATO NEL NEL RED LIGHT DISCRICT

IL FESTIVAL UNDERGROUND E D'AVANGUARDIA FRA TEATRO, MUSICA CIBO E MEDITAZIONE



''Crazy makes beautiful''. Questo lo slogan della Notte Bianca di Amsterdam che si svolgerá il prossimo sabato, il 28 settembre, dalle 19 alle 7 del giorno seguente in varie location (alcune ancora 'segrete') del quartiere a luci a rosse.

Un festival underground e d'avanguardia dove l'arte, in varie e insolite declinazioni, verrá  rappresentata in luoghi che gli organizzatori definiscono ''inaspettati''.  

L'head quarter di questa edizione della Nuit Blanche sará l'Oude Kerk (la 'vecchia'chiesa di Amsterdam) ma in giro per il Red Light Discrit si potrá assistere a performance teatrali e esibizioni musicali che vanno alla ricerca ''di nuove frontiere dove i generi musicali non esistono piú'', spiegano gli organizzatori. 

La sperimentazione toccherá anche un altro campo, molto caro a questa notte bianca: il cibo. Ed infatti non mancherá una cena ''dai sapori innavatii'' dall'esemplificativo titolo ''Narcotique''. 


Ma il cartellone della manifestazione  non finisce qui di stupire. 
In programma anche eventi dedicati a Joga, Scienza, Giornalismo, Meditazione e addirittura uno spazio tutto per i Video Games. 
Tutto ovviamente contornato da dj che suoneranno fra varie feste fra cui 'Music for Maria' dove la lacation é, neanche a dirlo, un vecchio monastero. 


mercoledì 18 settembre 2013

QUI UN'APP HA SOSTITUITO ANCHE IL DOTTORE





Non ti senti bene e pensi di telefonare al dottore per prendere un appuntamento? Sbagliato. Non é questa la prima mossa da fare. Piuttosto devi cacciare il telefonino dalla tasca e controllare l'applicazione: quella che ti dice quando é il caso di andare dal dottore e invece quando non c'é ne é bisogno. Insomma una sorta di semaforo verde perché al povero dottore non vengano, come direbbe il Commissario Montalbano, scassati i galbasisi per qualunque stupidaggine.  

Ho scoperto dell'esistenza di quesa applicazione (é in olandese non so se anche in Italia é 'sul mercato') proprio oggi quando sono andata dal medico dopo 10 giorni di febbre e 5 di tosse pari a quella di un novantenne fumatore incallito. Abbastanza insomma, secondo me, per poterlo disturbare. E invece mi sbagliavo di grosso. Perché dopo aver constatato che ho 'solo' una bronchite mi ha fatto capire che la prossima volta, prima di andare a fare folla nella camera d'attesa, devo prima smanettare un pó su Internet. 

Io, che ero lí con lo stesso stato d'animo di un tossico in fila al Sert e che quindi dopo la visita non aspettavo altro di vedermi prescrivere una camionata di medicinali potentissimi che mi facessero finalmente guarire, mi sono sentita chiedere: ''Scusi ma lei c'é l'ha un I-phone?''.  ''Come dice?? Un I-phone? Scusi ma che c'entra?''. E poi no non c'é l'ho sto c.... di I -phone. Che mo vogliamo curare solo quelli che usano prodotti Apple?'', pensavo indignata fra me e me ancora non capendo dove voleva andare a parare. Alla fine ho avuto il coraggio di dire che ''veramente ho il Sansung'', sperando che andasse bene lo stesso. Si dovrebbe andare bene, dice infatti lui, perché anche lí si puó scaricare ''DEVO ANDARE DAL DOTTORE?'' app. (nella foto in alto il simbolo dell'app con la scritta 'Moet ik naar de dokter'').

Io abbozzo (mi servono le midicine nn posso litigare ora)  mentre mi pongo le solite 1000 domande sulla sanitá nei Paesi Bassi. Ed infatti qui esiste un'impostazione molto naturalista per cui le medicine vengono date con il contagocce da uno stuolo di dottori giovanissimi che a volte ti fanno pensare aridatemi quei bei pancioni di una certá etá che sembrano tanto saggi. Comunque, gli antibiotici, te li prescrivono solo se ti vedono sul letto di morte mentre per tutto, ma proprio tutto, viene dato il paracetamolo che praticamente ha un effetto curativo pari a una Haalls Mento Lyptus. 



Comunque, sto per andare via, quando mi viene in mente di fare una domandina semplice semplice sul piccolo neonato, mio figlio, che mi stava accanto. ''Nel caso si ammalla cosa gli posso dare?'' Semplice no? Ma lui perfido che mi risponde?? Che cé'un sito ''fatto benissimo'' (a proposito si tratta di thuisarts.nl), quello dei dottori medici di base dove ci sono tutte le rispostine alle domandine che io gli potrei fare per evitare, sottintende praticamente chiudendomi la porta dietro le spalle, di riscassargli inutilmente e nuovamente i galbasisi in futuro. 

mercoledì 11 settembre 2013

AD AMSTERDAM SI VISITANO MONUMENTI GRATIS PER TUTTO IL WEEK-END



                IL 14 E 15 GLI  HERITAGE DAYS PER CELEBRARE I 400 ANNI DEI CANALI

De Oude Kerk (The old Church)
Normalmente sarebbero ''off limits'', cioé non aperti al pubblico. I prossimi 14 e 15 settembre invece apriranno le loro porte e per di piú gratuitamente. Cinquanta fra i piú affascinanti e 'segreti' mnonumenti di Amsterdam da visitare nel corso dell''Open Monument & Dag'', l'evento che si svolgerá quest'anno nell'ambito dei festeggiamenti per i 400 dei ''grachten'', ovvero i canali di Amsterdam. 

Un evento da non perdere non solo per gli appasionati di arte ma per tutti quelli che vogliono scoprire una Amsterdam lontana dagli schemi e dai luoghi comuni che la circondano. Una due giorni che si svolgerá in molte localitá dei Paesi Bassi dove i siti storici aperi al pubblico saranno ben 4000. 

Amstelkerk (Amstel Church)


Durante gli "Heritage days' di Amsterdam, oltre ai 50 munumenti, chiese, residenze, cortili, canal houses, che saranno aperte aperti al pubblico (in alcuni, attenzione, si accede solo su prenotazione data la limitata capacitá) si potrá assistere anche a mostre itineranti, esibizioni e performance musicali, in alcuni casi serali. Ma anche letture, tour con le biciclette e speciali programmi e visite per i bambini. Proprio questi ultimi si trasformeranno in questi due giorni in piccole guide turistiche. Bambini e ragazzini dagli 8 ai 16 anni infatti si preparano da mesi per poter illustrare al meglio alcuni dei piú bei monmenti di Amsterdam. 

Per informazioni 
amsterdam.nl/openmonumentendag
iamsterdam.com/heritagedays






venerdì 30 agosto 2013

NASCE IL CINEMA DOVE MAMMA & BABY SONO I BENVENUTI


Le mamme che rischiano l'alienazione post-parto quando trascinandosi in piagiama per tutta la giornata vedono nessun altro che il loro bebé, in Olanda hanno finalmente un'alternativa. E anche di tutto rispetto: andare al cinema e gustarsi uno degli ultimi titoli in cartellone. E non si parla di film della Disney ma semplicemente di film per un pubblico adulto. La rivoluzione sta nel fatto che non serve nessuna baby sitter perché in sala si porta tranquillamente anche il bebé. 

Ad Amsterdam, ma in generale nei Paesi Bassi, sono infatti nate sale e proiezioni interamente dedicate a mamma e bimbi dai 0 ai 12 mesi. C si va di mattina (in Olanda i cinema sono aperti anche nella prima parte della giornata) e si acquistano 2 poltrone al prezzo di una. E' lí che la neo-mamma potrá riversare tutti i milioni di oggetti di cui ha bisogno e che deve portarsi dietro ogni volta che mette il naso fuori di casa. 

Fuori la sala poi ci sono appositi spazi attrazzati dove cambiare il bambino e tutto il necessario per fare e scaldare latte e pappine varie.  All'interno, invece, il volume é appositamente tenuto piú basso e soprattutto, essendo una proiezione dove i bambini hanno accesso, non é il caso di preoccuparsi se il piccolo inizia a piangere o strepitare. Nessuno imbarazzo quindi perché tutti quelli che sono dentro sono nella stessa situazione e vengono per lo stesso motivo. 

Per informazioni e agenda cinemum.nl/

martedì 20 agosto 2013

IL MAMMO OLANDESE: É LUI L'UOMO IDEALE?

Sogno o realtá? Realta realtá perché LUI esiste, anzi é  una figura abbastanza tipica dei Paesi Bassi e adorna il paesaggio olandese un pó come i tulipani, i mulini a vento e i coffee shop. Lo si vede sovente per le strade di Amsterdam con a rimorchio 2, 3 a volte quattro marmocchi. Piú ce ne ha e piú é appagato. Felice, li scorazza sulla bici con il carrellino deputato al trasporto di bambini  (lo vedi nella foto in basso) Tutto il giorno, senza interruzzione, a differenza di quello che avviene per le donne, non mostra mai nessun segno di cedimento, né fisico, né tantomeno psicologico. Di chi stiamo parlando? E di chi se non del  mammo olandese, ovvero il papá fac-totum che qui, spesso e volentieri, sostituisce la mamma in tutto e per tutto. Ha abdicato alla donna la sua posizione sul mercato del lavoro. E' lei che porta i soldi a casa e si stressa in ufficio. Lui é completamente dedicato ai figli: li prepara la mattina, li porta a scuola, a seguire prende un caffé al bar con i suoi colleghi mammi con cui commenta le ultime notizie fresche di quotidiano. Poi li va a riprendere e li indirizza e accompagna nelle attivitá pomeridiane: al parco, dagli amichetti, a fare sport natuarmente. In piú é abile a fare pubblic relaions con gli altri genitori, spesa al supermercato e preparare la cena che é anche il momento in cui  interviane finalmente la mamma.



Ma non é tutto perché il mammo olandese é anche un esempio di virtú e moralitá. Nel 99% dei casi belloccio se non addirittura bello, non si fila le altre donne, non flirta, non le degna di uno sguardo ed ha occhi solo per i suoi pargoli e la sua compagna. A differenza dell'uomo italiano, non sa fare un complimento  nemmeno se glielo scrivono su un bigliettino e deve solo recitarlo. Ma se lo fa, puoi stare sicura che lo ha detto solo a te e non, a differenza dell'uomo italiano, a tutto il circondario di donne nel giro di 10 chilometri. Pare anche che, come in molte delle coppie olandesi, sia lei a comandare. Se é in permesso speciale a bere fuori con gli amici, in alcuni casi deve esibire gli scontrini che documentano dové stato e quanto ha speso. Insomma, come si dice, é stato messo sotto.  Se sulla carta parrebbe essere l'uomo che ogni donna vorrebbe avere, mi domando, e vi domando, se sia veraramente questo il compagno ideale. Il completo capovolgimento di quelli che una volta erano i ruoli non é che un giorno ce li fará rimpiangere e fare dire ad alcune: e adesso peró fai l'uomo! 

venerdì 21 giugno 2013

MUSIC DANCE FESTIVALS: COSTA DEL SOUL APRE LA STAGIONE



Si é aperta ufficialmente lo scorso week end, con Costa del Soul, la lunghissima e fitta stagione dei Festival che si svolgerá ad Amsterdam e dintorni nel corso di tutta l'estate e che si conluderá solo il 15 settembre con il Magneet Festival, in programma per ben due settimane in uno spazio dotato di tanto di camping per i festivalieri piú accaniti.  Costa del Soul (nella foto in alto una delle locandine dell'evento) che tradizionalmente si svolge sulla spiaggia di Amsterdam, la hippy e amatissima Blijburg, quest'anno si é spalmata nell'arco di ben due giornate allo scopo di festeggiare il suo decimo compleanno. Musica, dj set, diversi palchi sparsi per la spiaggia, street art, cibo internazionale e stand di ogni tipo all'insegna della creativitá hanno chiamato ha raccolta non solo il popolo dance ma anche famiglie con bambini, a cui sono state aperte le porte durante la seconda giornata. Ed infatti molti dei Festival sono oramai sempre piú children friendly con spazi e avvenimenti speciali a loro dedicati(nella foto in basso il Magneet Festival dello scorso anno). 



Perché la formula Festival qui in Olanda si va evolvendo e per chi é cresciuto nel mito di Dance Valley  (il prossimo 3 agosto alla sua 19sima edizione) questo rimane solo uno fra i molti raduni musicali che si svolgono in questo paese. E proprio anche perché sono diventati un vero e proprio business (i prezzi si aggirano fra i 30 e i 50 euro per una sola giornata), questi si sono moltiplicati e fanno a gara a chi raggiunge prima il sold out anche se poi alcuni, recentemente, si sono rivelati un vero e proprio flop, anche a causa della iper offerta presente durante l'estate. In maggiranza  dedicati alla musica elettronica, i festival si svolgono rigorosamente di giorno, da mezzogiorno a mezzanotte, e il piú delle volte hanno un tema 'portante' con ovviamente un irrinunciabile dress code. Vedi il caso di Shosless (in programma il 13 e il 14 luglio) dove come suggerisce la parola si sta tutti senza scarpe  o del Valtifest (organizzato fra gli altri da MTV e in calendario il 7 settembre) dove lo scorso anno i look erano futuristici mentre per questa edizione la parola d'ordine per travestirsi é Kak, che vuol dire proprio quello che state pensando. 

Fra i piú attesi e popolari festival poi ci saranno il nuovo A day at the park (13 giugno) nella suggestiva location del bosco di Amsterdam,   Milkshake Festival (21 luglio a Westernpark) a ispirazione gay e dove il filo rosso suggerito dalla organozzazione é quello della tolleranza, e il massiccio Loveland (10 agosto Sloterpark) che nel corso degli anni, dal primo festival nel 2005, é diventato un marchio molto popolare di feste che si svolgono anche in concomitanza di eventi qui di rilievo come il Queensday. 



Sempre il 10 agosto Buitespelen, la festa che si svolge ad Amsterdam piú volte durante l'anno dove il tema é lo sport e dove interi gruppi di persone arrivano vestiti come squadre olimpiche delle piú disparate discipline, e ancora Appelsap, un nuovissimo festival (che si svolge nel centrale Oosterpark) che, lo scorso anno ha riscosso un notevole successo. 
Questi solo alcuni fra molti di una lunghissima lista che prevede ogni week end anche due o tre festival in contemporanea. E come si puó evincere,  ce ne é davvero per tutti i gusti...

martedì 4 giugno 2013

SPORT: BIMBI, AIUTO C'É LA LEZIONE DI NUOTO!

Se sei un bambino e vivi in Olanda non hai scelta: dovrai fare lezione di nuoto. Se sei la mamma di quel bambino non hai scelta neanche tu: dovrai obbligare tuo figlio a fare lezione di nuoto. Anche a costo di torturarlo. Eh si' perché saper nuotare per tutti i bambini che calcano il suolo olandese é un obbligo che ha praticamente valore di legge. Un pó come era per noi bambini italiani il catechismo. In poche parole: saddá fa. E basta.



Da quando il bambino compie 4 anni sulla famiglia si abbatte una scure da cui ci si potrá liberare solo quando il piccolo in questione avrá conquistato il famigerato DIPLOMA A, quello che attesta che sai non solo galleggiare ma anche adottare uno stile. Se non hai questo diploma non puoi fare praticamente niente. Se vieni invitato a casa di un amico che ha di fronte alla sua abitazione una pozza d'acqua, la mamma dell'invitante chiede: ''ma c'é l'ha il diploma A?''. Se il bimbo ancora non l'ha conquistato, ritira senza nessuna pietá l'invito e hai voglia a dirgli che tuo figlio sa nuotare giá da tre anni, che magari non adotta lo stile lbero ma quello del cane con la lingua da fuori ma che, insomma, non si preoccupassero perché non gli affoga sotto gli occhi. Ma niente da fare. Manco a parlarne se poi vai in una piscina pubblica, su una barca, in spiaggia ecc. ecc. Cioé non é che non ci puoi andare. Ci vai ma poi succede che anche se sei un ciuccione di 12 anni (ma non hai il diploma A) ti devi mettere i braccioli o il giubbotto di salvataggio. Roba da vergognarsi a vita.  Anche socialmente sei considerato un minus. I bambini infatti si chiedono continuamente fra di loro: ''hai preso il diploma A?''. Se la risposta é no si alza un coro indignato di ''ohhhhhhhhh''. Un pó come quando appunto ci si chiedeva fra di noi: ''te la sei fatta la comunione?''. E se non te l'eri fatta, pure in quel caso, venivi collocato in una categoria a parte. E mentre nei salotti o nelle camerette italiane troneggiava quasi sempre una nostra foto vestiti da suorina o pretino, qui i genitori postano e ripostano orgogliosi foto su Facebbok col piccolo che brandisce un cartello con su scritto a lettere cubitali Diploma A.



Ma il problema non é fare nuoto, nobilisssimo sport, ma avere a che fare con le scuole di nuoto che tiranneggiano sui poveri genitori sapendo che non hanno altra scelta se non quella di sottostare a condizioni a volte francamente assurde. Non voglio battere tanto il tasto sull'aspetto economico (che pure c'é, sono in molti casi carissime) ma quanto sugli orari inumani che impongono. Con la scusa delle liste d'attesa (tanti bambni pochi posti liberi nei corsi piú comodi) convocano i piú sfortunati quasi nel cuore della notte. La mia povera amica Natalie ha dovuto portare per quasi due anni suo figlio in piscina alle sette di sabato mattina. Un compagno di scuola é stato buttato giú dal letto ogni mercoledi alle 6 a questo scopo (entrambi hanno quasi avuto un nervous breakdown). E troppo altre ne ho sentite in giro. Noi, con una banale ma apprezzatissima ''botta di culo''  abbiamo avuto un posto al pomeriggio. 

In questo quadro alquanto sconfortante i maestri di nuoto hanno lo stesso atteggiamento di un docente universitario. Incutono timore e referenza nei genitori che timidamente chiedono quando (mai) il loro piccolo ce la fará a prendere il diploma A. La risposta puó essere anche di quelle tipiche da anni del liceo: ''é bravo é bravo ma non si impegna abbstanza''. Tradotto: altri mesi di sofferenza   (per le mamme e i papá perché per l'amor di Dio i bimbi si divertono eh!). Sará per questo che esistono anche dei corsi accellarreti dove i bambini prendono il diploma nel giro di un mese atrraverso lezione-bignami sospetto carissime. 

Anche a me tocca il lunedí portare mio figlio a nuotare. Non vedo l'ora di arrivare al traguardo. Il bello é che anche quando il nostro Diploma A arriverá non sará finita. L'incubo continua: ci sono i diploma B e C da prendere. Quest'ultimo, per ottenerlo, devi dimostrare di saper nuotare con i vestiti addosso. Ma a buttarsi in mare con tutti i panni potete stare sicuri, ci saró prima io. 

venerdì 17 maggio 2013

MA QUANTO SONO PATRIOTTICI QUESTI OLANDESI? IN UN VIDEO IL PERCHÉ


''Chi poco ten' car ten''' é un proverbio napoletano che vuol dire che chi ha poco se lo conserva per bene, anzi lo valorizza al massimo. Un pó come fanno gli olandesi che qualsiasi cosa hanno la esaltano, la tirano a  lucido e, se possibile, te la vendono ricavandoci, manco a dirlo, anche un pó di soldini. Ma quello che alberga in questa popolazione é anche un vero e proprio sentimento di orgoglio nazionale per tutto quello che hanno/fanno/dicono e che, mischiato a una sana dose di spocchia, gli fa sinceramente credere di essere i numeri uno al mondo. Ci manca poco che ti dicono pure che in fondo il tempo non é poi cosí male.
Guardare per credere questo video qui in alto, l'ho trovato per caso mentre scrivevo questo post e mi é sembrata un pó la conferma di quanto penso.

La domanda quindi sorge spontanea: perché noi no? Noi proprio che potremmo (sempre per usare un'altra espressione napoletana) ''magnare in capa a tutti quanti'' in fatto di bellezza del territtorio, storia, umanitá della gente, sole, montagne, mare, pizza,  mandolino eccetera eccetera, sembra quasi che siamo in competizione l'uno con l'altro? Big mistery.






Questa riflessione mi é nata proprio l'altro giorno quando ho capito che questo patriottismo cosí spiccato qui  viene inculcato fin da piccoli. La scena era la seguente: io su un aereo Roma-Amsterdam con 3 bambini di cui due italo-olandesi (i miei) e uno 100% olandese (amico di uno dei due e un pó piú grandicello, sui 10 anni. si,a propososito, lo so, sono pazza e infatti é stata un'esperienza che sará oggetto di un prossimo spassoso tragicomico post). Viaggiavamo con Klm, compagnia di bandiera Dutch fiore all'occhiello nazionale. All'andata invece eravamo con Alitalia. Non siamo neanche decollati che il   bimbo olandese puro mi fa ''eh (sospiro) come si vede che questo aereo é molto piú solido di quello che abbiamo preso all'andata''. Sorry? Piu' solido? ''Si piú veloce, sicuramente migliore''. Gli spiego con calma, trattenendo gli impulsi, che la sua, é solo una sensazione, che quei 2 arei sono perfettamente uguali. Al massimo, questo é blu e quello é verde e forse a lui piace di piú questo colore perció pensa che é migliore. Annuisce perplesso. 



La tregua dura ancora 10 minuti perché verso di noi si dirigono le hostess che dispensano bevande e cibarie varie. Caso (?) vuole che sul volo di andata ci era stata data una (micro) bustina di tarallini che i bambini avevano guardato schifati lasciando che io me ne ingozzassi tre insieme. Qui invece par la gioia di tutti gli astanti ci viene servito un panino al formaggio che sicuramente non é un pranzo coi fiocchi ma in una scatolletta pressurizzata qual'é un areo puó fare la differenza.  Il bimbo 100% Paesi Bassi mi guarda serafico non parla, ma mi dice con gli occhi ''hai visto?, te l'avevo detto io che qui é meglio'' e addenta il panino con una gioia che solo i sapori di casa, quelli che ti mancano tanto quando sei lontano, ti possono dare.

Credevo che finisse qui questo snervante paragone fra la 'mia'e la 'sua' compagnia aerea nazionale e invece il colpo da teatro é arrivato sul finale. Atterriamo, ci dirigiamo verso l'uscita dell'aereo e ci incamminniamo verso l'entrata del gate dove ad aspettarci avrebbe dovuto esserci il passaggino del nostro neonato. Non c'é. Disdetta. Gioco di sguardi con il bimbo olandese e io che gli dico sempre con gli occhi ''hai visto anche qui non é tutto perfetto". Torno indietro verso l'entrata dell'aereo. In quel momento stanno uscendo dalla cabina di pilotaggio i due piloti. Mi chiedono perché sono tornata. Spiego il tutto. Uno di loro che fa? Apre la sua borsa, ne estrae un giubbotto fluorescente e con lo stesso piglio con cui Clarke Kent si trasforma in Superman se lo infila e si avvia verso una scaletta laterale che porta silla pista al grido di ''lo vado a cercare io''. NO SCUSI MA DOVE VA? MA NON SI PREOCCUPI! gli grido incredula da dietro. Ma lui niente é giá in pista con la capa dentro a un carrello credo bagagli e non m sente piú. Ne risalirá 5 minuti dopo trionfante con il mio passeggino fra le braccia. Io lo eleggo mentalmente pilota dell'anno. Vorrei abbracciarlo ma mi trattengo, gli giuro nella mia mente fedeltá etena: non voleró mai piú al di fiori di altra compagnia che non sia la sua. Il bambino olandese a quel punto non mi guarda nemmeno piú. Lo vedo avviarsi davanti a me con il naso all'insú. Mi si attorcigliano le budella e come l'ultimo dei tifosi risentiti e frevaioli guardo il cielo (ovviamente uggioso) e canticchio fra me e me: ''solo la nebbia, avete solo a nebbia.....''.  

venerdì 12 aprile 2013

OLANDA: BICICLETTE, DIMMI COME LA USI E TI DIRÓ QUANTO INTEGRATO SEI

Se non ti piace andare in bicicletta trasferirsi in Olanda potrebbe risultare un vero e proprio incubo. Qui, nella scala sociale dei mezzi di trasporto, le bici occupano senz'altro l'apice. Vincono pure sui pedoni che se non prestano attenzione alle due ruote potrebbero essere investiti senza alcuna pietá. Perché qui é permesso (quasi) tutto ma non intralciare la strada a un ciclista.



Per un neofita della bicicletta, soprattutto se proveniente da un paese dal clima mite, l'uso della bici e il modo in cui questo si evolove nel tempo, rispecchia il grado di integrazione dell'emigrato nel paese stesso. Prenderó me medesima come esempio per spiegare attraverso la mia esperienza questo concetto quasi darwiniano.

IL TRASFERIMENTO, PRIMO APPROCCIO CON LA BICI: SOSPETTOSO.
Quando arrivi in Olanda capisci che quel proverbio (hai voluto la bici? e mó pedala) é stato sicuramente inventato qui. Se ti sei trasferito in un mese invernale passi per lo meno un paio di mesi a chiederti come si fa ad andare in bicicletta con questo freddo boia. Risolto l'enigma (''siamo nati per soffrire'') passi altri 15 giorni a guardare sospettoso la bicicletta, che ricambia sapendo infondo anche lei che sei un dilettante. Finalmente ci provi, sali in sella  nosnostante fuori ci siano diversi gradi sotto zero. Dopo un giro di 3 minuti e mezzo decidi che non é il caso di morire proprio cosí, oltretutto davanti allo sguardo sprezzante di un olandese. Quindi appendi la bicicletta al chiodo e la riprendi a giugno quando (forse) la temperatura sará risalita di qualche grado sopra lo zero. Se la situazione é questa il tuo LIVELLO DI INTEGRAZIONE NEL PAESE OSPITANTE é: -2 

UN PASSO IMPORTANTE: PORTARSI IL BAMBINO DIETRO
La prima volta che ho portato mio figlio sul seggiolino della bici (regalatomi guarda un pó da mia suocera) ho vissuto l'evento con lo stesso trasporto emotivo con cui ci si prepara a una gara a livello agonistico. Ho solo fatto il giro del palazzo ma l'idea di avercela fatta senza sfracellarci al suolo mi ha fatto esaltare cosí tanto che  mi ha fatto capire che avrei potuta farcela e portarlo cosí addirittura all'asilo.   Tanto era a un centinaio di metri da casa.  LIVELLO DI INTEGRAZIONE NEL PAESE OSPITANTE: +3

UN ALTRO PASSAGGIO IMPORTANTE: PEDALARE CON LA PIOGGIA
Pedalare con la pioggia é una di quelle cose per cui bestemmi in antico dialetto turco-ungarico e che ti capita praticamente un giorno si e un giorno si. Quindi, se ti vuoi spostare in bicicletta ed evitare i mezzi di trasporto pubblici (arrivati alla cifra record di 2.70 euro a biglietto) devi abbracciarti questa croce, fare finta di non piangere dicendo a chi ti vede lacrimare che é appunto pioggia. Ma soprattutto  evitare di spiaccicarti sulle spietate rotaie di tram che ti minacciano costantemente. Una volta che padali costantemente con la pioggia il tuo LIVELLO DI INTEGRAZIONE NEL PAESE OSPITANTE é : 5



UN ALTRO MOMENTO TOPICO: ANDARE IN BICI CON TEMPERATURE POLARI
Andare in bici con per esempio un meno cinque gradi si puó fare, ma solo quando le motivazioni sono molto, molto alte. Per esempio, non hai una lira per prendere il tram, sei sfacciatamente sovrappeso e devi fare un pó di movimento, sei l'unico che non va in bici in tutto il quartiere e ti vuoi sentire all'altezza dei tuoi vicini eccetera eccetera. Una volta affrontato questo momento topico no c'é piú way back e tu e la tua bici siete quasi una sola cosa. Nel senso che ti sei congelato e il ghiaccio ti ha fatto diventare un tutt'uno con questa. LIVELLO DI INTEGRAZIONE: 6 -  

UN MUST: IGNORARE IL VENTO
Il vento si sa é un'altra costante dell'Olanda. A volte tira talmente forte che se ti soffia da dietro le spalle e devi arrivare dall'altro capo della cittá puoi metterci anche 7 minuti e mezzo. Al contrario se ce l'hai di faccia ti puó capitare di pedalare per due ore e un quarto per poi ritrovarti nello stesso posto di partenza. A volte, giuro, mi é capitato di dover pedalare con una certa forza in discesa, anche ripidissima Se ce la fai a giungere nel luogo predestinato senza una paralisi facciale il tuo LIVELLO DI INTEGRAZIONE é 7

UNA NUOVA SFIDA: TRASPORTARE IL BIMBO SENZA FARLO DIVENARE UNO STOCCAFISSO
Una volta che l'uso della bici é arrivato a 9 mesi all'anno su 12 (la sfida freddo é quasi completamente vinta) arriva la volta di portarsi dietro il bambino anche se fa molto molto freddo. Non bisogna mai dimenticare che chi pedala, a causa del movimento, un pó si riscalda. Il passeggero, invece, patisce il freddo senza se e senza ma. Una volta mi é capiato che, giunti destinazione, non ho trovato piú sul sellino di dietro Adriano. Al suo posto c'era un cubetto di gliaccio. Abbiamo dovuto prendere l'asciugacapelli per scongerarlo. Se il bambino supera il trauma e riprende a parlare il LIVELLO DI INTEGRAZIONE é 7 E MEZZO

INSEGNARE AL FIGLIO AD ANDARE IN BICI E SPINGERLO PER LE SALITINE
Una volta che il bambino ha imparato ad andare in bici ci dobbiamo preparare ad affrontare una nuova sfida: camminare con la nostra bicicletta accanto alla sua e spingerlo con una mano da dietro la schiena quando non ce la fa a pedalare (Vedi foto in basso). Quello che qui fanno con naturalezza tutti i genitori olandesi a un italiano poco avvezzo a queste pratiche ciclistiche il tutto potrebbe risultare pericoloso. Staccare una mano dal volante per porgerla sul nostro bimbo potrebbe farci irrimediabilmente perdere l'equilibrio con il risultato non solo di cadere ma nello stesso tempo schiacciare il bambino che nonostante la giovane etá potrebbe iniziare a dire molte brutte parole. Oltretutto in olandese, che non é bello mica. Se ci riuscite senza rompervi/gli due costole il vostro LIVELLO DI INTEGRAZIONE é : 8



 PORTARE DUE BAMBINI INSIEME SULLA BICI
Seggiolino avanti, seggiolino dietro. Sembra una bazzecola. Lo fanno praticamente tutte le mamme. Non lo so non l'ho ancora provato ma non credo che lo faró mai. Il mio compagno me l'ha vietato: ha detto che mi devo allenare di piú prima di farlo. Evidentemente teme per l'incolumitá dei bambini. Fa bene direi.  Comunque lo straniero che  ci riesce ed ha pure il permesso del marito olandese ha un LIVELLO DI INTEGRAZIONE pari a 8 E MEZZO.


PORTARE BICI CON IL CARRELLO AVANTI CON I BIMBI E MOLTE COSE DENTRO
Un'atra tipicitá olandese. Eccola in basso la mitica bakfiets dove trasportare bambini, spesa e animali domestici tutti insieme appassionatamente. Ho provato una volta a guidarla ma non sono riuscita nemmeno a a scendere dal cavalletto tanto era pesante. Ma se la usi il tuo LIVELLO DI INTEGRAZIONE É 9



PARLARE COL TELEFONINO E POI MANDARE SMS
Ormai, ho detto tutto, lo faccio anch'io: cacciare il telefonino dalla borsa, rispondere e parlare senza infrociarmi contro un muro. Quello che mi viene veramente impossibile, solo da pensare, é mandare gli sms mentre pedali. Eppure in molti ci riescono. Se lo fai il tuo LIVELLO DI INTEGRAZIONE é: 9 +


AND LAST BUT NOT THE LEAST:  PORTARE CON UNA MANO UN'ALTRA BICI MENTRE SEI SULLA TUA

Sudo solamente a descriverla questa (assurda pratica). Credo che richieda delle abilitá psico fisiche da trapezzista del circo  Allora funziona cosí. C'é un tizio sulla bici che pedala spensierato e come se nulla fosse. Nel frattempo, al suo fianco, porta disinvolto con una mano un'altra bici vuota. Dove e a chi la porti per me rimane un mistero. La cosa bella é che se ne vedono tanti: perché lofacciano nessuno lo sa. Io faccio finta di niente, non mi interrogo nemmeno piú sapendo che una cosa del genere non la faró mai. Ma se ci riesci il tuo LIVELLO DI INTEGRAZIONE é definitivamente 10

venerdì 15 marzo 2013

VUOLE ADESCARE BIMBI CON LECCA LECCA: LA COMUNITÁ SI MOBILITA


DOPO IL CASO CHE HA SCOSSO L'OLANDA AMSTERDAM IN ALLERTA



Ne avevo giá sentito parlare qualche giorno fa quando in un bar del mio quartiere una signora raccontava la storia ad un'altra. Poi la notizia é rimbalzata sui social network per esplodere infine anche su alcuni giornali. Attenzione perché ad Ijburg (il quartiere dove viviamo) si aggira un uomo che si avvicina ai bambini, li infastidisce, con la scusa di regalargli dei lecca lecca. Di questa notizia ( a parte la notizia in se' ovviamente) mi hanno colpito in particolare due cose: 

- che nel 2013 esista ancora qualcuno che vorrebbe adescare minori con dei  lecca lecca. 
- che a fare da cassa di risonanza alla notizia ci sia stata la societá tutta (a livello locale) che attraverso un incessante tam-tam ha messo in allerta tutti  nel giro di poche ore. 

Ed infatti a catena mi sono arrivate: una mail dalla direttrice della scuola, una di un gruppo di genitori, svariati messaggi via Facebook e Twitter. Inoltre, la polizia ha messo a disposizione un numero speciale per eventuali segnalazioni, oltre a controlli extra a partire dalle 14.30 (l'orario in cui i bambini escono da scuola) intorno ai parchi. Il club di calcio del quartiere insieme ad altre assiciazioni di zona hanno pubblicizzato la notizia sui propri siti. Il giornale locale é uscito in edizione speciale. Ed ho il sospetto che qualcuno abbia anche organizzato delle ronde 'private' al fine di controllare in giro.  

Insomma, tutti, ma proprio tutti si sono messi in allerta e mi é venuto da pensare che quest'uomo,a questo punto, sará molto molto lontano perché qui, ne possiamo stare sicuri, se vedono camminare qualcuno con un lecca lecca in mano state sicuri che lo linciano. 

In un quartiere definito come il 'kids neightborhood' per eccellenza, in cui tutti i bambini giocano per strada, l'allarme é stato grande ma la risposta piú grande ancora. Mi sono chiesta se é questo un nuovo modo per provare ad arginare fenomeni come questo. Un controllo e un'azione sociale ferratissima che puó in linea teorica piú di qualsiasi legge e contro misura. Amsterdam sicuramente ha preso, attraverso la 'vox populi' le sue difese per impedire di vivere ancora l'orrore a cui é stata sottoposta lo scorso anno.

La cittá  si é svegliata un giorno con l'íncubo di un terribile caso di pedofilia che si é consumato in un doposcuola del centro dove purtroppo molti bambini sono stati molestati da un uomo (che lavorava proprio lí dentro) oggi dietro le sbarre. L'uomo, che filmava anche le sue piccole vittime, é stato scoperto grazie proprio a una di queste riprese diffuse su internet dove compariva il pupazzetto che vedete sopra. Si tratta di Nintje, un coniglietto popolarissimo in Olanda grazie a cui é stato poi possibile risalire alla provenienza olandese del video e quindi all'uomo.

Questa, come la notizia che ha travolto i genitori del mio quartiere, non puó a mio parere che spingere i tanti mamma e papá a parlare con i propri figli (parlo dei bambini in etá da recepire un 'discorso' e che hanno piú indipendenza anche nell'andare in giro da soli)) dei rischi che li circondano. Dal momento che la soluzione non puó essere quella di non farli uscire piú di casa, bisogna, mi dico,allertarli. Non é facile confrontarsi con un bambino su questi temi ma, sempre secondo la mia personale visione, bisogna, ognuno con il proprio metodo, trovare il modo di parlare, spiegare e dire concretamente, senza peli sulla lingua (e naturalmente col lingiaggio adatto a un bambino) quali sono le concrete mire di un 'maleintenzionato'.  Personalmente mi sono detta che a costo di sembrare un pó crudi, bisogna andare un pó al di lá del generico ''non parlare agli sconosciuti''. Credo che per un bambino sapere che determinate non sono normali gli consente di non cascarci e nel caso  di un tentativo di mollestie far scattare l'allarme molto piú velocemente.

E' un tema serio e controverso. Ognuno ha la sua idea. Io, spero di non aver offeso la sensibilitá di nessuno, mi sono sentita di dovere esprimere la mia. Ovviamente ho miei dubbi o perplessitá su cosa mia meglio fare. Voi cosa ne pensate?

mercoledì 27 febbraio 2013

PARTO: PERCHÉ UN UOMO OLANDESE O ITALIANO CHE SIA IN QUESTO MOMENTO É INUTILE (ANZI INTRALCIA)

''I broke the waters'' (il celebre ''ho rotto le acque'') é una frase che pensavo avrei sentito pronunciare solo in quei film americani di terza categoria dove partorisci entro cinque minuti e dove quando ti vengono a trovare in ospedale sei truccata e sorridi come se non ti avessero appena spaccato in due come una mela. E invece, quella sera, quella frase, l'ho sentita pronunciare a me medesima, é uscita dalla mia bocca andandomi a collocare in quella piccola percetuale di donne (il solo 10%) a cui si rompono le acque. Della serie: ti sono sempre piaciute le minranze? E mó pedala! E se vi siete sempre domandate, prima di partorire, se e come vi sareste accorte che le acque si rompevano, bhe, state tranquille, vi posso assicurare che quando succede ve ne accorgete immediatamente e il dubbio si dissolverá nell'attimo stesso in cui vi sta capitando.  

Ma torniamo alla frase incriminata che, liberandosi dalla mia bocca si é andata a infrangere contro il mio compagno che stava placidamente cucinando ignaro di quello che da lí a poco sarebbe successo. E mentre tu ti aspetti che questo omone grande a grosso, questo esempio di maschio figlio di una ricca ed evoluta Europa, prenda facilmente la situazione in mano rassicurandoti con uno solo sguardo, bhe lui che fa? Sbianca. Ma sbianca di brutto. Tanto che per un momento ho temuto che mi svenisse cosí sul pavimento dove giá si erano rotte le acque. Dopo un minuto di quasi silenzio, sguardo vitreo perso nel vuoto, gl ritorna la parola. ma onestamente era meglio che si stava zitto. Perché ora vuole sapere da me ''che facciamo"?. E che dobbiamo fare? Ci diamo una calmata, penso io. Mi rincuori, mi rassicuri. Non che devo consolare io a te. Ma vi pare normale? Io non solo devo andare a sostenere il parto in olandese. Devo pure calmare colui che dovrebbe fare forza a me. Ma niente. Seguono una serie di domande al limite dell'assurdo sull'organizzazione a cui dovevamo apprestarci. Ad un tratto ho sentito addirittura pronunciare parole come timing management. Ho rapidamente concluso che non c'era niente da fare, era andato, ed era meglio che me la cavavo da sola. E mi sono domandata se anche Pique, (che  pure nella foto in basso sembra cosí glamour e padrone della situazione) quando Sakira gli ha annunciato che il momento era quasi arrivato, si é rincoglionito di questa maniera



Fattasi mattina, é giunto il momento di prendere la macchina e andare in ospedale. Io inizio a salire. Lui doveva chiudere la casa e raggiungermi subito. Passa, 1 minuto, 2, 3, 5, 7.. Il tutto con 'simpatiché' contrazioni in cui un minuto ti sembra duri un anno. Finalmente arriva, tutto trafelato. Ma che ci abbiamo la fabbrica di San Pietro che ci hai messo cosí tanto a chiudere??? Ma lui non l'ha capita questa battuta. Ecco che finalmente ci avviamo. Due strade possibili da fare che conducono all'ospedale: una piena di dossi, l'altra liscia come l'olio. Lui che sceglie? Indovinate un pó... sembrava di stare sulle montagne russe, che in linea di principio possono essere anche divertenti, se non devi partorire. 

In sala operatoria poi... non ci crederete ma mi ha pure rubato la scena. Essendogli venuto per lo stress uno sfogo sul dito (mai sentito nella vita) ha catalizzato per circa mezz'ora l'attenzione di medici e infermieri.'' Ehi Ragazzi'', qui ci sarei pure io se non vi dispiace. Inutile dire che infine al momento topico, gli ultimi minuti in cui il secondogenito stava per essere messo al mondo, ha rimesso su quello sguardo da triglia terrorizzata appena pescata che mi ha indotto, magnanima, a cacciarlo fuori con una sola occhiata. E lui che non aspettava altro, é uscito a gambe levate e non so dove sia andato ma credo che sia scappato lontano diversi chilometri perché quando gli ho chiesto di commentare le mie urla ha detto di non averle sentite. Ma se le se si sono lamentati pure nell'edificio di fronte per il troppo casino! 

Anyway... io che mi illudevo che avere un partner olandese mi avrebbe fatto assaggiare il sapore dell'apertura e del coraggio dell'uomo nord europeo per questo tipo di eventi, mi sabagliavo di grosso. Ad Amsterdam, come a Roma e Napoli, non c'e' niente da fare: giaglió siete tutti uguali. 



venerdì 25 gennaio 2013

SCUOLA: TUTTI IN PIGIAMA PER IL GIORNO DELLA LETTURA

I BAMBINI IN TENUTA DA NOTTE FANNO COLAZIONE A SCUOLA

''Sogno o son desto?'', mi chiedo qualche giorno fa entrando nella classe di Adriano. ''Si staró ancora dormendo'', se vedo davanti a miei occhi la maestra di mio figlio in accappatoio da camera e pantofole. Poi mi strizzo gli occhi e noto che anche i bambini, quasi tutti, sono in pigiama. (Si, si, proprio quello che si usa per dormire la notte, generalmente nella privacy della propria casa, al riparo da occhi indiscreti. Quello con cui osiamo farci vedere solo dai familiari piú stretti e con cui, anche di fronte a loro, ci vergognamo un pó. Giustamente, fra l'altro).



Mi giro e mi rigiro e anche le altre maestre e i maestri sono come appena usciti dal letto. C'é chi indossa addirittura quei copricapo, quelle orrende cuffiettine, che si usavano per dormire credo in epoca pre-vittoriana; chi si aggira con una candela in mano tipo sonnambulo piromane. Alcuni bimbi hanno con loro il classico peluche con cui ci si addormenta. Ma mentre alcuni di questi ne vantano alcuni di misure abbastanza standard altri ne trascinano di dimensioni onestamente sproporzionate: vedi il bimbo con una tigre a grandezza naturale. Ecco quando capisco che é tutto vero, si accende finamente una lampadina nella mia mente e mi ricordo che si festeggia il 'Voorleezontbijt'. Non é una parolaccia ma vuol dire che una volta all'anno i bambini si recano a scuola appunto in pigiama (nonostante i meno dieci che fanno fuori in questi giorni) dove si celebra una sorta di giornata della lettura. Oltre a leggere innumerevoli libri tutti insieme, si fa colazione tutti insieme con quello di cui i bambini sono piú ghiotti: i mitici Panekoekken (eccoli nella foto in basso).



Si tratta sostanzialmente di pancake che i bambini infagottano con zucchero a velo o con uno scirippo appicicosissimo che li rende ancora piú gustosi. In Olanda sono una vera e proprio istituzione culinaria e se vi capita di venire da queste parti non potrete non imbattervi in quelle che vengono chiamate le Panekoekken Huis, dei ristoranti che servono praticamente solo questi pancake e con cui si va in generale con tutta la famiglia per una serata in cui si é sicuri che almeno per quella volta loro, i bimbi,non romperanno le palle con quello che gli piace o no mangiare. Piacciono a tutti e vengono divorati nello spazio di pochi secondi. 

Ma torniamo alla giornata della lettura. Al nostro arrivo a scuola, io e Adriano ci siamo guardati e abbiamo capito che ce ne eravamo dimenticati insieme a un'atra manciata di sconsiderati genitori/figli. Poco importa perché mio figlio, giá so, si sarebbe categoricamente rifiutato di presentarsi a scuola in piagiama. E infatti quando gli ho chiesto se voleva che gli andassi a prendere il pigiama a casa, non mi ha nemmeno risposto ma mi ha guardato dicendomi con gli occhi: ma che sei sciroccata?  Io, onestamente non me la sono sentita di dargli torto e me ne sono andata fischiettando facendo finta di niente.  

Il mio pensiero é corso alla vera ragione per cui mio figlio, nonostante la encomiabile e divertente iniziatva, in piagiama a scuola non ci andrá mai. Ed infatti noi abbiamo avuto la sfiga che quando lui ha iniziato a frequestare la Basic school (questo ciclo di studi che inizia a 4 e finisce a 12 anni) il suo primo giorno di scuola (qui i bambini non iniziano tutti insieme ma nel giorno preciso in cui ciascuno compie 4 anni) corrispondesse con questa benedetta giornata della lettura. In pratica lui il primo giorno di passaggio da, diciamo cosí, l'asilo alle alemntari (molte  mamme sanno che si tratta di uno dei giorn piú difficili della propria intera vita), si é trovato tutti in pigiama e ha avuto una specie di shock emotivo pensando che a scuola si dormiva pure. Pensava che insomma io lo stavo lasciando lí la mattina e me lo sarei andato a riprendere entro qualche giorno e qualche notte. Mi ci sono voluti circa 4 mesi, e sforzi sovraumani, per tranquillizzarlo e convincerlo che non era cosí. Ecco perché ben venga la giornata della lettura, anzi promuoviamola in tutte le maniere. Ben venga fare colazione tutti insieme la mattina. Ma il pigiama, il pigiama scusate noi proprio no.


martedì 15 gennaio 2013

BRUTTO TEMPO: SIAMO A AMSTERDAM O SULLE DOLOMITI?



''Mamma, ma quando arriva l'estate?'', mi chiede stamattina Adriano mentre nel bel mezzo di una vera e propria tempesta di neve lo accompagno (bestemmiando in turco) a scuola. ''Come dici?  l'estate????''. Bhé, ho pensato, se ce ne sará mai una, ce ne vuole che ce ne vuole. Qui in Olanda non é detto infatti che arrivi l'estate: alcuni anni, chissá perché,  la salta e passa direttamente dalla primavera all'autunno e, in alcuni casi, estremi peró, direttamente all'inverno. Cioé é una variabile incondizionata, per non dire impazzita e ricorda tanto quella canzone ''E la chiamavano estate''. Addirittura lo scorso luglio un gruppo di persone esasperate dal brutto tempo, prese da un 'nervous breakdown' per i 52 giorni di pioggia consecutivi, ha organizzato una manifestazione in una nota piazza di Amsterdam per protestare contro le avverse condizioni metereologiche (eccone alcuni nella foto in basso). Ci crediate o no, nel giro di 24 ore ha finalmente smesso.  



Ma, tornando a questa mattina, per non deludere questo povero bambino, la cui faccia veniva sferzata da folate di neve che andavano a circa 35 km all'ora, gli ho detto semplicemente che, secondo calendario ufficiale, per l'estate dovevamo pazientare ancora qualche mesetto. Nel frattempo non piangiamoci addosso, su',  e godiamoci i benefici di questo tempo mittle-europeo. 

Quali? Per esempio con questo freddo glaciale mamma si conserverá bella piú a lungo, un pó come avviene per le pietanze che si mettono in freezer. Poi, anche se non ci sono soldi, la settimana (o la mesata) bianca a noi non ce la leverá mai nessuno. L'unica differenza é che faremo solo sci di fondo, essendo l'Olanda notariamente ultra piatta.  Lasciando per un pó da parte facili ironie e sarcasmi vari, devo ammettere peró che in questo tempo c'é qualcosa di magico, per gli adulti ma soprattutto per i bambini. Svegliarsi con la neve emoziona sempre un pó tutti. Ma ancora piú bello per i bambini é  sostituire la bicicletta con lo slittino che diventa loro mezzo ufficiale di trasporto (vedi foto in basso di mio figlio e amico). 


Ed infatti quasi tutti i bimbi si piazzano sullo slittino e vengono trascinati a scuola dai genitori che non gli riescono proprio a dire di no e se ne caricano anche tre alla volta insieme con sforzi sovraumani che in molti casi gli compromettono fisicamente il resto di tutta la giornata. Ma loro, i piú piccoli, sono felici felici felici  perché sanno anche che a breve, secondo l'80% delle probabilitá, quella neve si trasformerá in ghiaccio, i canali si geleranno e loro potranno inventare nuovi inaspettati percorsi per andare a scuola o altrove. Camminare, pattinare, solcare a piedi o con lo slittino un canale é infatti una sensazione incredibile: non solo perché come nel mio caso pensi di sfidare un pó la natura e che potrebbe essere il tuo ultimo giorno di vita (cazz..e se si apre una crepa???) ma perché il paesaggio assume appunto nuovi inaspettati caratteri e tu ti senti  come un Gesú che cammina sull'acqua (anche se ghiacciata in questo caso) e raggiungi in 5 minuti posti che di solito ci voleva mezz'ora, perché tagli, ritagli, scopri nuove strade e ti senti inevitabilmente un pó pioniere. 
Bello é bello. Pure romantico volendo. Si ma ora, peró, dopo 12 ore di nevicata potrebbe pure smettere, infondo non siamo sulle Dolomiti. Devo andare a prendere Adriano a scuola ma a giudicare dalla tempesta di neve che continuo a vedere imperversare dalla mia finestra, altro che slittino, qui mi rimane una sola alternativa: procurarmi un gatto delle nevi. 

giovedì 10 gennaio 2013

PARTO IN OLANDA, L'IMPERATIVO É: NATURALE, NATURALE, NATURALE

Oggi ho incontrato per strada la mia ex collega di gravidanza.  Bhé, mica male. A una settimana dal parto sta fresca e tosta e si aggira per il quartiere truccata, pettinata, vestita e giustamente inorgoglita dalla nascita della bimba che ha procreato. Porta e prende l'altro figlio a scuola spingendo allegramente il passeggino da 20 kg con la nuova arrivata. Il tutto con condizioni metereologiche che, in molti casi, ricordano una scena di 'Blade Runner'. Insomma, siamo lontani anni luce da quel catorcio che  mi sono sentita io per oltre un mese dopo il parto del mio primo figlio. La freschezza di questa donna mi fa riflettere sul metodo organizzativo e psicologico adottato nei confronti della gravidanza nei Paesi Bassi. Tutto é all'insegna del NATURALE. Ma non solo nel senso di partorire naturalmente (il cesareo é proprio adottato in casi di emergenza estrema) ma anche di viverla naturalmente. Tutti lí a riperterti ''ma non ti devi preoccupare, é una cosa naturale!, ma che vuoi che sia!''. E io che continuo a pensare fra me e me, alla napoletano maniera, ''ó cxxxx é la cosa piú difficile che abbia fatto nella mia vita''. 



La mia vicina di casa, anche lei tutta 'love & peace' riguardo al parto é venuta qualche giorno fa a darmi delle dritte, anche se non richieste. A un certo punto mi sono preoccupata e quasi spaventata perché nell'impeto di spiegarmi come il tutto é ''cosí naturale'' ha chiuso gli occhi, le palpebre che gli tremavano eccessivamente. Sembrava che fosse andata in una specie di trans in cui continuava a ripetermi che dovevo lasciarmi ''andare, andare, andare...''. Dopo qualche minuto che faceva cosí  l'ho dovuta svegliare e sembrava finalmente che si fosse ripresa. 

Comunque, durante la gravidanza ho deciso di sposare anche io questa impostazione nature e mi sono fatta coinvolgere in un corso di nuoto preparto con un nome giapponese che poi ho scoperto essere una specie di corso di filosofia in acqua. Qui, un insegnante che si immergeva con  occhiali da vista (coprendosi ai miei occhi di ridicolo) ti faceva, su un totale di un'ora, nuotare per 20 minuti e per altri 40 parlava, parlava, parlava  ma soprattutto filosofeggiava sulla vita e sul legame telepatico che dovevamo stabilire col bimbo in grembo. Intanto invece quello scalciava e io so che pensava come me:'' vabbuó ma mo ce la volimmo fa nuotata o dobbiamo diventare stoccafissi a stare fermi cosí?''.'Ma niente lui imperterrito continuava a disquisire. Ho abbandonato dopo qualche lezione. 

Poi é stata la volta del corso Yoga. Nonostante l'insegnante sia una tipa giustissima, ho capito che questa discipina non mi si addice (non me ne vogliano le amiche che lo fanno con amore e passione) e che sono piú un tipo da kick boxing che peró effettivamente non si puó applicare a un parto. Scusate non ci posso fare niente ma a me viene da ridere durante la lezione. Tipo come quando sei in chiesa in prima fila e insieme al tuo amico scemo ti inizia a prendere la ridarella. 




Tornando alla mia collega di gravidanza -lei doveva partorire un mesetto prima di   me- insomma, grazie a lei ho visto la luce: tutte le paure nate dal confronto fra il metodo italiano con quello olandese si sono quasi andate a dissolvere. Ovvero il numero indeterminato di ecografie a cui ti sottoponi contro le 4/5 che ti fanno qui, le quantitá di litri di sangue 'donati' per le analisi contro gli 1/2 prelievi dei nove mesi qui, il numero dei parti in casa praticati in Olanda (la stragrande maggioranza), il fatto di ritornare a casa (se si é partorito in ospedale) dopo due ore, la risposta sul mitologico cordone intorno al collo (''embé, qual'é il problema? si taglia!), la possibilitá di utilizzare uno specchio, proprio lí, mentre si partorisce e vedere la capuzzella del tuo bambino che spunta, l'opzione di mettere alla luce tuo figlio seduta su uno sgabbello con un buco al centro. E tanto, tanto ancora che rende tutta l'operazione molto, molto naturale. Ma che, come dimostra la mia collega, va bene, anzi meglio cosí. Vero, Madonnina cara?