martedì 12 giugno 2012

W LA MARATONA DEI BAMBINI: LORO A CAMMINARE IO A DIRIGERE IL TRAFFICO

AD AMSTERDAM IL GRANDE SUCCESSO DELLA AVONDVIERDAAGSE



Una tribú festante e pacifica di bambini che cammina. E'stata questo e non solo la AVONDVIERDAAGSE, la maratona in cui tutti bambini delle scuole della nostra zona (Ijburg)  hanno camminato per quattro sere consecutive -5 o 10 km a serata- arrivando l'ultimo giorno  a ricevere per mano delle proprie maestre una medaglia per cui si vanteranno per tutto il resto dell'anno. 



Guardate le foto in alto: questo é solo uno dei ponti che hanno calcato in centinaia, bloccando il traffico di biciclette che li hanno pure un poco bestemmiati, beccandosi l'ultima sera tanta di quella pioggia che dopo i genitori li hanno dovuti appendere sullo stendipanni, facendosi le piaghette sui piedini che il giorno dopo sembravano un popolo di nani zoppi. Ma loro no, erano felici, felici di soffrire perché sapevano che la gloria per quello che stavano faccendo li avrebbe ricompensati.



La loro 'fuga per la vittoria' ha, ahimé, coinvolto anche i loro genitori. Chi li accompagnava, chi si é messo a dispozione per attivitá che aiutassero lo svolgimento dell'evento. Io, che dopo i 5 km del primo giorno, mi sono categoricamente rifiutata di farne altri 15 nei giorni seguenti (mio figlio é andato con il papá che ancora deve riprendersi dallo shok fisico: l'ultima volta aveva 12 anni quando ha fatto cosí tanto sport), mi sono lanciata, un fulmine mi colga la prossima volta che dico di si, nelle attivitá di volontariato. Per due, interminabili, serate.

Il primo giorno é stato semplice: facevo la guardiana dei cessi. Cioé nella scuola da cui i bambini partivano per la maratona, nel tempo prima dello start, dovevo controllare che nel bagno non si azzuffassero (ed é ovviamente successo). Ma il compito di gran lunga piú difficile mi é stato assegnato il secondo giorno quando mi hanno messo a fare letteralmente il vigile a un incrocio a stella uncinata per impedire che i bambini attraversassero con il rosso e che qualche macchina li spiaccicasse durante l'attraversamento. Eccomi nella foto in basso nella mia veste di collaboratrice degli ausliari del traffico:



La cosa si é rivelata molto piú complicata, e a tratti pericolosa per la mia stessa incolumitá, di quanto mi aspettassi. Tutto é iniziato nel pomeriggio quando io e altri genitori-addetti al traffico siamo stati convocati dalla Polizia in persona per le istruzioni su come dirigere tutta l'operazione. Sará che un pó ero distratta, un pó il poliziotto parlava per i miei gusti troppo velocemente in olandese, che ho capito giusto un terzo di quello che diceva e quindi di quello che mi sarebbe capitato da lí a poco. 

Infine mi hanno consegnato una piantina in mano dove il mio nome era segnato al posto X. Arrivata in loco mi sono resa conto che era uno degli incroci piú pericolosi del Nord Europa dove le macchine, i tram e le bici ti arrivano a tutta velocitá da tutte le direzioni. 



Ma il vero panico é scattato quando é arrivato il primo gruppone di maratoneti che dovevo fare attraversare senza fare morire, e senza morire io stessa. Gentilmente, quando il semaforo é riscattato rosso per loro, li ho pregati con calma di fermarsi e non continuare a camminare come un gregge di pecore rinciglionite che segue il pastore senza badare a null'altro. Quando ho capito che cosí non mi cagavano di pezza, sono passata alle maniere forti e gli ho gridato inferocita STOP! STOP! Finalmente mi sono stati a sentire: sulla mia figura é calata una certa autoritá. Alcuni bambini mi chiedevano dove fosse la mia pistola, dov'era parcheggiata la mia berlina d'ordinanza. Io ci ho preso gusto, ho sorriso sorniona e anche se nesuno  mi capiva li ho indirizzati dall'altra pate della strada al grido di: 'CIRCOLARE, PREGO CIRCOLARE'. 

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